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Che piaccia o no I Racconti di Primo Levi sono almeno per metà una raccolta di fantascienza. È una fantascienza come il grande pubblico non se l'aspetta, che invece che ad astronavi e alieni fa ricorso ad invenzioni grandi e piccole usate discretamente nelle case e negli uffici delle nostre città degli anni 60. Leggendo i vari racconti spesso è facile notare quando Levi ha preceduto la realtà o altri romanzieri fantascientifici più famosi o anche quando più semplicemente è arrivato secondo.
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Blue Mars conclude la serie di K.S. Robinson sulla colonizzazione del pianeta rosso iniziata con Red Mars e Green Mars. È un'epopea che si dipana nell'arco di due secoli a partire dall'arrivo dei primi cento coloni su Marte e l'avvio delle opere che consentiranno un giorno agli esseri umani di camminare liberamente sulla sua superficie. È inutile presentare i (parecchi) personaggi principali e fare un riassunto di quanto accade, perché non sarebbe che una misera ombra di quel che già si trova in rete. Spendo invece due parole sul tema che fa da ossatura a tutta la serie, la fiducia in un progresso tecnologico e sociale che porti benefici a tutto il genere umano.
Nell'universo di Robinson il progresso tecnologico è
tenuto bene o male sotto controllo da scienziati e politici, ma non senza
occasionali e catastrofici abusi.
Tre esempi di opere che si sono dimostrate lame a doppio taglio
sono l'ascensore spaziale, il sistema di specchi che aumenta l'insolazione
di Marte e il trattamento anti senescenza
che ad un certo punto sarà offerto
gratuitamente a tutta
l'umanità.
Questo trattamento oltre ad offrire l'escamotage per tenere
in vita alcuni dei personaggi fino all'ultima pagina
del terzo libro,
rappresenta anche il primo affiorare nel romanzo del filone sociale. È
un
filone che si rafforza nel secondo libro e supera definitivamente
per importanza
quello tecnologico
nel terzo,
quando Marte sviluppa un'economia di tipo cooperativistico in contrasto
col puro capitalismo terrestre, ritenuto più un'istituzione
feudale che una democratica. Durante i lavori della costituente
di Marte uno dei primi cento coloni insiste su questo punto: È sempre affascinante andare a caccia delle fonti delle riflessioni degli autori di certi libri. Qui di seguito ci sono dei link che ne illustrano alcune.
In definitiva questa grande opera di Robinson è una dichiarazione di fiducia nel potere dell'umanità di intraprendere e portare a compimento un percorso che, per quanto costellato di ingiustizie e di tragedie, la porti a superare le difficoltà in cui si è infilata ed arrivare ad una società giusta di cui si intravede la venuta nelle ultime pagine del romanzo. |